Slavismi frequenti nella toponomastica della pianura friulana

 (II parte – geotoponimi e idrotoponimi)

 

Mauro Buligatto

 

 

Memorie Storiche Forogiuliesi, LXXXI, 2001, pp. 271-286

 

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Figura A. Distribuzione delle tracce köttlacchiano-carantane in pianura  273

Figura B. Schema distributivo dei geo-toponimi in pianura  275

Figura n. 1  (Elenco dei toponimi: Almacca, Bellizza, Bestrigna/Bistrigna, Blata, Blate, Blatis, Blatta Delli Crotti, Brechi / Brecchi, Brodaci / Brodici, Brodis, Caladizza Scolo Pubblico Detto-, Cerclizza, Cernical, Cladigna, Cladiza, Cladizza Roggia-, Cragnizza, Cragno Canale-, Cragnut, Cristinizza, Dalmache, Draga, Isernicco, Jadina Roggia- / Jadinazo Fl-, Jesernich, Lamblaka, Latoc, Latoch, Melacha, Milaca Braid, Milacca, Milache/Malache, Mlacha, Mlachuza, Mocris, Morava)  280

Figura n. 2  (Elenco dei toponimi: Mucius, Mucilla, Mucìlias, Mucille / Mocille, Mucillis La De-, Musila, Musille, Mussila, Mussile, Muzilla, Muzzile, Natoc, Natoch, Natocco Roggia-, Patoc / Patocco, Patocchio, Patocuto, Patok, Percoto, Plata, Plata Longa, Plate, Platiscam Ultra-, Platisce, Potoc, Prat De Belizze, Recca, Rupe Roggia, Ruppa Acqua-, Savodaine Di Sore, Savodajne Di Sor, Studens, Studensi, Studenz / Studensi, Velicogna, Virco)  283

 

Si è fatto cenno in precedenza alle introduzioni degli Slavi-Alpini in territorio patriarcale friulano, successivamente al periodo delle invasioni ungare (1). A conforto dei dati qui proposti segnaliamo che le testimonianze della loro passata presenza pervengono altresì dall’archeologia. Il catalogo dei materiali è composto da reperti che mostrano elementi comuni con altrettanti rinvenuti in Slovenia e in Carinzia (dalla figura A si possono vedere i differenti siti della pianura e a titolo di esempio vanno citate le necropoli di Turrida, presso Sedegliano, e di Valvasone (2). I rinvenimenti sono stati catalogati, dagli esperti in materia, come appartenenti alla facies culturale Köttlachiano-Carantana. Tipologia massimamente diffusasi nei distretti nord-orientali del Vescovado di Aquileia, tra i secoli VIII e XI, presenziò in isole culturali omologhe del Friuli-Venezia Giulia e nel Veneto (3).

 

Ritornando al filone toponomastico, sempre indagando nell’area planiziale, cominciamo a segnalare le presenze geonimiche dovute allo strato slavo. Ci siamo serviti di una serie di toponimi raccolti da varie fonti (ma soprattutto dall’Archivio Corgnali) che solo raramente riportano forme antiche, indispensabili per una sicura attribuzione dell’origine del nome. In mancanza di tali supporti le nostre proposte si dovranno intendere come ipotesi.

 

Queste forme toponimiche sono risultate molto vicine, per funzione e descrizione, ai nostrani Savalons, Arzile, Gravis, Magrêt e così via. Fra le varie micro-toponimie censite vi sono riferimenti alla geo-morfologia dei luoghi, alla composizione dei terreni e, in taluni casi, al grado di produttività dei medesimi. In quest’ultimo sotto insieme si trovano inscritti Norischie, Norischis, Rodisia, Rodizza e Puik / -s. Il Norischie di Arzene e il Noriscbis di Valvasone (sono forse lo stesso luogo?) sono comunque due collettivi confrontabili con uno slavissimo Norišče, a San Mauro di Gorizia. Essi hanno comunanza per la stessa radice. Letteralmente nor - assume il valore di ‘matto’ però, trattandosi di nomi di luogo,

 

 

(1) M. BULIGATTO, Slavismi frequenti nella toponomastica della pianura friulana, in “Memorie Storiche Forogiuliesi”, LXXIX, (1999), pp. 235-246.

 

(2) La necropoli di Pordenone sembra essersi costituita in forma autonoma agli accadimenti ungari in quanto i materiali di Palazzo Ricchieri sono stati datati a partire dalla metà dell'VIII secolo.

 

(3) Per i territori di Cittadella e di Godego si può accogliere l’ipotesi che ammette l'arrivo di schiere proto-slave in una fase successiva, provenienti dalla loro primarie sedi di immissione in Friuli.

 

 

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è ragionevole pensare alla pessima o addirittura nulla produttività di detti suoli (4). Anche Rodisia (5) e Rodizza parrebbero essere collettivi (ci troviamo a Rivignano nonchè a Colugna presso Udine). Da un punto di vista semantico danno gli stessi esiti, considerando che l’aggettivo ród (6) indica ‘scabro-desolato’ ed è pure sinonimo di pust. Il Puik di Bertiòlo, ove ci sono diversi slavismi, conclude la rassegna seppure il suo significato offra connotati più generici. È presumibile che si rifaccia a un púhlica ‘terra molle’ o per composizione materiale ovvero per l’influsso dell’elemento acqua sul conio del nome stesso. Quest’ultima asserzione potrebbe essere più vicina al vero visto che Puik appartiene pure alla categoria degli idronimi-idrotoponimi (7). Boreana, tradizionalmente accreditato come un prediale latino (da Borius), potrebbe anche essere un derivato da boren ‘misero-scarso’, in contrapposizione al toponimo maggiore Biauzzo (8). L’ipotesi è da ritenersi preferibile a borije ‘pineta proprio perché il nostro Boreana (9) si ritrova alle quote piuttosto basse di San Vito al Tagliamento e di Casarsa della Delizia.

 

Gli elementi costitutivi dei terreni sono rappresentati, nel caso della sabbia, in Melaj (a Campofòrmido), Melin (a Pocenìa sul fiume Stella) e Melinara (siamo a Fiumicello vicini al fiume Isonzo). La validità della base mel -i ‘sabbia-detrito’, presente in questa elencazione, verrebbe accreditata dalla vicinanza dei toponimi con i corsi d’acqua indicati. Al binomio Melin e Melinara va aggiunto che possono considerarsi sinonimi di grušč ‘sassaia-pietraia’. Rimaniamo nello stesso “ambito granulometrico” tirando in ballo Siponizza, situato a Visco (10), < sipína ‘banco di sabbia-renaio’. Dalla Destra Tagliamento, a Cordenòns, proviene un Mucignat. In lingua slovena močnat corrisponde a ‘farinoso’ (11). Anche qui pare sottendersi un significato vicino ai precedenti di ‘sabbioso-friabile’. Per un curioso e nostrano Pesc’iare (sic) ‘pescaia non andrebbe esclusa a priori la possibilità di accostamento a peščen-peščina ‘sabbioso-arenoso’, visto che il nome proviene da Sedegliano in area d’influenza del fiume Tagliamento (12).

 

 

(4) In Friuli esistono toponimi del tipo Braida Matta a Tricesimo, a Reana e a Udine (l’attuale Via Partistagno).

 

(5) Nella forma locale il toponimo viene denominato Rudìsie oppure la Gjave da le Madòne.

 

(6) Confronta anche con Redipuglia. Il quale ha un doppio significato: rod + polje ‘campagna magra - sassosa’e srédi + polje ‘in mezzo al campo - alla campagna’ (reinterpretazione slava su base slava).

 

(7) C. MARCATO - G. BINI - B. CASTELLARIN, I nomi delle acque. Studi sull'idronomia del bacino del fiume Stella e dei territori vicini nella Bassa friulana, la bassa - collana 28, Trieste 1995, p. 108.

 

(8) Dovrebbe derivare sempre dallo slavo blagu > in sloveno blag ‘prosperoso’. Il toponimo si contrappone, fra l’altro, a Iutizzo > ljut ‘misero-scarso’.

 

(9) Nella zona di Caporetto lo si ritrova sia come toponimo e anche come cognome.

 

(10) Vedi anche figura la figura B di distribuzione dei geotoponimi.

 

(11) Confronti in ambito regionale si hanno da Farinàs a Preone, Farinazzo e Romans di Varmo (1869) e Farinèl a Punta Sdobba vicino a Grado.

 

 

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Figura A. Distribuzione delle tracce köttlacchiano-carantane in pianura

 

[[ ······· Linea principale di penetrazione ungara in Friuli

Le località dalle quali sono stati portati alla luce reperti archeologici appartenenti alla facies culturale köttlacchiano-carantana sono le seguenti:

1. Udine, 2. Pordenone, 3. Valvasone, 4. Turrida di Sedegliano, 5. Visco, 6. Farra d’Isonzo, 7. Lucinico, 8. Aquileia. ]]

 

 

Un insospettato Carsovit, a Varmo, ci svela invece l’esistenza di ghiaie. Lo “slovar” propone krševít, aggettivo dalla parola pietra, ‘pietroso-sassoso’.

 

Prendiamo ora in esame quelle denominazioni che dovrebbero indicare i rilievi del terreno tralasciando, quali latinismi, i diversi Corona ‘terreno poco elevato a pianta circolare’. Emergerebbero invece maggiori conservazioni o, che dir si voglia, aderenze allo slavo da Cronizze (a Viliesse) con suffisso avente la doppia funzione di diminutivo o di collettivo e dai Cronanizze di Basiliano e di Sedegliano.

 

 

(12) Il divagare dei suoi alvei è ben noto agli studiosi dell’antica idrografia veneta. Già il Taramelli aveva notato che la pianura circostante questo “terribile torrente” è prevalentemente conformata dalle sue irruzioni. G. BROCCA, Studio geopedologico ed agrario del territorio provinciale di Venezia parte nord-orientale, Venezia 1985, p. 20.

 

 

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In questi due ultimi casi il finale di parola sembra commistionato con il friulano (darebbe prova dell’awenuta produttività in area romanza nonché del maggior grado di assorbimento).

 

Sempre al medesimo gruppo si affianca Accronica (Ruda), forma agglutinata di La Kronica ‘piccola corona’, ritrovato pure come idronimo (Rio Accronica a Jalmìcco) nonché cognome. Si accodano poi alcune forme desunte dalla base gora ‘montagna’. In effetti è meglio indicare che esse sono elaborazioni tratte da gorica ‘piccola montagna-collina’. Ecco allora, ritornando a Campoformido e a Basiliano, che spuntano località come Goriciz-Goricizza (il secondo anche a Codroipo) terminanti con doppia suffissazione (rafforzativo per l’esiguità del fenomeno?). Sempre a Basiliano esiste un plurale Gorizzis mentre a Camino al Tagliamento e a Codroipo si annota una forma maschile, Gorizzo, ricordata anche da Ermes di Colloredo come la Montusele. C’è da annotare poi che all’ormai consueta attribuzione di significato data ai tipi gorica ‘altura modesta’, esiste per l’omonima voce pure il valore di ‘vigna-vigneto’ (anch’esso giustificabile). In virtù dell’ambito pianeggiante in cui si sta conducendo la presente indagine, si rende plausibile relazionare i toponimi di questa “famiglia” con antiche e ormai inesistenti costruzioni tombali, a tumulo, dell’età del bronzo. Da ciò consegue che essi possono avere un valore sinonimico con modelli della foggia di Tombe e Mùtare. Visco (13) < višek e Vrech (14) < vrhek, sono similari nella rappresentazione di ‘alture-sommità’, con la formante - ek diminutiva (ci troviamo nell’ordine a Palmanova e a Teôr). Viscone può essere, in antitesi, un accrescitivo. I Copars individuati nel Medio Friuli denoterebbero, in mancanza di attestazioni più precise dal punto di vista della grafia, una doppia appartenenza. Alla lingua romanza con il significato di ‘luogo di estrazione e / o produzione dei laterizi’, oppure a quella slava < kopa ‘mucchio’ con desinenza plurale friulana (sono dislocati a Codroipo e a Lestizza, luoghi fiorenti di slavismi). Ancora eguali significati si hanno da Copecie (Valvasone) e da Graulicis < groblje ‘cumulo’ (Dignano). In particolare l’ultimo riportato potrebbe rifarsi ai depositi di ghiaia artificiali fatti dai contadini un tempo nel dissodamento dei terreni. Crippo (15) - i e simili ultimano le allusioni ai rilievi del suolo in quanto presumibilmente desumibili da hrib ‘dosso-altura’ (le unità si trovano a Teôr, a S. Giorgio della Richinvelda, ad Àrzene e a S. Martino al Tagliamento). Si potrebbe obiettare di aver associato quest’ultimo gruppo di denominazioni a dei significati troppo importanti, improbabili, visto che ci si trova in un contesto bidimensionale qual’è la pianura. Ma tenendo conto della provenienza delle genti slave approdate in Friuli, dall’ambiente montano della Carnìola e della Carantània,

 

 

(13) La chiesa di Visco sorge su di una modesta altura.

 

(14) Vrech è anche un cognome della Bassa orientale.

 

(15) Secondo alcuni studiosi potrebbe essere un germanismo krippe ‘mangiatoia’.

 

 

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(Figura B) Schema distributivo dei geo-toponimi in pianura
 

[[ ······· Linea principale di penetrazione ungara in Friuli

 

1. ACCRONICA: Ruda;

2 BOREANA: San Vito al Tagliamento e Casarsa;

3. BORLECE: Staranzano;

4. BUSAC: Teor;

5. CARNIZA: Galleriano (1505), Talmasson e Bolzano;

6. CARSOVTT: Varmo;

7. COPARS: Codroipo e Lestizza;

8. COPECIE: Valvasone;

16. CRIIP / CRIPPO: Teor;

17. CRIPPI CASALI-: San Giorgio della Richinvelda;

18. CRIPS: Arzene e San Martino al Tagliamento;

19. CRONANIZZE: Basiliano e Sedegliano;

20. CRONIZZE: Villesse;

21. DÔL: Flaibano;

22. DOGNA: San Vito al Tagliamento e Spilimbergo;

23. DÓL AL-: Basiliano;

24. GORICIZ / GORICIZ: Campoformido e Basiliano;

25. GORICIZZA: Codroipo, Basiliano e Campoformido;

26. GORIZZIS: Basiliano;

27. GORIZZO: Camino al Tagliamento, Codroipo e Varmo;

28. GRAULICIS: Dignano;

29. GURISSIZIS: Ruda;

30. JALMICCO; Palmanova;

32. MELAJ: Campoformido;

34. MELIN: Pocenia;

35. MELINARA: Fiumicello;

36. MUCIGNAT: Cordoipo;

37. NORISCHIE: Arzene;

38. NURISCHIS: Arzene (1749);

39. PESC’IARE: Sedegliano;

40. PLANRISCE: Bertiolo;

42. UPIK: Bertiolo;

43. RAUNA: Ontagnano (1573) e Gorizia (1801);

44. REBAZ: Monfalcone;

45. REBAZ PALUDE -: Staranzano;

47. RODISIA: Rivignano;

48. RODIZZE DAL TROIS: Colugna;

49. ROUPIS: Crauglio;

50. RUPA: Basiliano, Valvasone, Arzene e San Giorgio della Richinvelda;

51. RUPATE: Arzene;

52. RUPE: Lestizza, Crauglio [*] (1506) e Basiliano;

53. RUPIS: Flaibano (1869) e Arzene (1749);

54. SIPONIZZA: Visco;

55 VISCO: Palmanova;

56 VISCONE;

57 VRECH / -S: Teor. ]]

 

 

*. Ruppis (1698)

 

 

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si possono allora ritenerle più accettabili (16). Per Glaunicco le opinioni degli studiosi linguisti sono comuni nel derivarlo dalla lingua slava nonostante permanga un distacco, tra gli Autori, sul significato attribuibile alla parola. Per alcuni alla base del nome ci sarebbe glava ‘testa-capo’, intendendo la geo-morfologia del luogo; per altri invece il toponimo, o meglio l’eco-toponimo, si sarebbe originato da hlev ‘stalla’.

 

In opposizione alle caratteristiche ambientali innanzi descritte si andranno ora a incontrare le attestazioni che interessano affossamenti, depressioni, bassure, predominanti in certi luoghi. Una serie di nomi viene subito a costituirsi con Borlece < brlog ‘tana-buco’ (17) e, in coda, Carnizza (18) al quale dovrebbe ritenersi più congeniale il valore di ‘affossamento’. Nel rispetto dell’ordine indicato i micro-toponimi sono siti a Staranzano mentre Carnizza lo si riscontra a Galleriano, Talmassons e Bolzano, sulla riva del Tagliamento. A Flaibano si continua con un ben conservato Dôl ( nello sloveno ‘giù - in basso’ si scrive in egual maniera) il quale si apparenta con un Dol, altro di questa serie avverbiale, così trovato a Basiliano (19). I dialettali Dogna di S. Vito al Tagliamento e di Spilimbergo, tra l’altro confrontabili con l’omonimo comune montano del Canale del Ferro, sono derivati dalla medesima forma aggettivale dolnj - e ‘inferiore-basso’. Il Ialmicco (20) di Palma la Nuova presenta etimologie affiancabili. La base slava jama ‘fossa’ con suffisso - ik collettivo ‘pieno di buche’ concorda con lo sloveno jamast, dall’identico valore. Lo sloveno ammetterebbe pure la voce jammk ‘abitatore delle grotte’ che sarebbe vicina alla forma antica e conservativa di Ialmicco < Jamnik (anche se tale deduzione è da ritenersi piuttosto astratta). Ulteriore esempio di conservazione lo si annota in Rupa (21) < rupa ‘fosso - buca’. Questo modello compare in forma pura a Basiliano, Valvasòne, Àrzene e a S. Giorgio della Richinvelda (tutti luoghi prossimi alla linea principale di penetrazione ungara in Friuli). La medesima voce si presenta, attraverso altre forme, in più località. A Crauglio Rupe (1506), Ruppis (1698) e Roupis (il secondo e il terzo denotano, attraverso il suffisso, la vicinanza al friulano). A Lestizza e a Basiliano si continua con un Rupe (pure questo probabile forma friulana al singolare) e ancora plurali (Rupis) attestati a Flaibano (1869) e ad Àrzene (1749). Invece il Rupuzza / Ruppa, presso S. Martino al Tagliamento, Zòppola e Àrzene afferisce all’idrografìa minore (rivo).

 

 

(16) Per analogia ricordiamo che certi Carnici emigrati in pianura hanno introdotto il toponimo pala prato erboso da sfalcio’ (Buttrio e Muzzana del Turgnano).

 

(17) Risulta diffìcile associarlo alle tane di animali. Invero nella Bisiacheria la Roggia di Bistrigna si immetteva in una fossa denominata “Gorgàt de le Borlece"'.

 

(18) Confronta con il Carnizza di Pontebba. Per lo stesso nome c’è pure la possibilità di alffiancamento ad un’altra parola slava, krn ‘tronco-mozzo’.

 

(19) Un Du, sempre originato da dôl, è presente a Camino al Tagliamento.

 

(20) Confrontabile con Jamiano presso Monfalcone (forma aggettivale di jama).

 

(21) Una località omologa la si ritrova lungo la strade del Vallone nei pressi di Gorizia.

 

 

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Per la categoria toponimica di cui ci stiamo occupando esistono ulteriori particolarità fornite da nomi della fattura di Rauna. Confrontabile con il Ràuna (22) del comune montano di Malborghetto, lo si trova attestato doppiamente: a Ontagnano nel 1573 e a Gorizia nel 1801. La modalità slava corrisponde a raven-ravna ‘piano-pianeggiante’. L’elencazione dei geo-toponimi continua con Rebaz < reber ‘costa’. In ordine sono censiti a Monfalcone e a Staranzano (23), nella piana bisiaca, nonché a Ciconicco (1680).

 

Passeremo ora a occuparci di nomi riferiti a idronimi e idrotoponimi. Nel suo complesso la distribuzione sul territorio evidenzia già delle presenze al di sopra della linea delle Risorgive (Spilimbergo, Sedegliano, Pozzuolo, insieme ad alcune attestazioni lungo la direttrice Udine - Gorizia). Sempre mantenendoci a monte della medesima, ma approssimandoci alla spezzata che congiunge il capoluogo della destra Tagliamento, Codroipo, Palmanova e Monfalcone, avvertiamo un leggero incremento di unità (Cordenons, Zoppola, Arzene, Codroipo, Trivignano, Visco e Tapogliano). A sud della linea di affioramento in superficie delle acque annotiamo, invece, più di un’aggregazione (vanno escluse da tali addensamenti le isolate presenze in provincia di Pordenone, come nei casi di Fiume Veneto, Casarsa, Chions e Sesto al Reghena). Il primo areale lo si incontra in uscita da Codroipo, percorrendo la Strada Napoleonica in direzione della Città Fortezza. Sulla destra sono interessate le località di Bertiolo, Flambro e Talmassons (circa una decina di presenze). La seconda concentrazione di denominazioni si manifesta a sud-ovest di quei corsi d’acqua che originano il bacino del Fiume Stella. Sei presenze nella zona di Varmo con un’altra dozzina fra Rivignano e Teôr. Si completa la sezione in ambito dello Stella con tre nomi siti oltre la sua sponda sinistra, a cavallo del tracciato autostradale Trieste-Venezia. Si continua, sebbene vada evidenziato un brusco abbassamento dell’indice di presenze, nelle zone di Gonars, Ontagnano, Bagnaria Arsa, Cervignano e Aquileia. Unico modesto aggregato che comunque fa eccezione ai luoghi appena elencati, lo si trova nei pressi di Ruda. Il Territorio è l’ultimo ambito da considerarsi rappresentativo per la nostra ricerca. In buona sostanza gran parte della Bisiacaria è “costellata” da una dozzina fra idronimi e idrotoponimi di matrice slava.

 

Limpidezza e cromia delle acque sono contemplate in alcuni nomi che si andranno ora a descrivere. La Bellizza, presso Talmassons, Flambro, Rivignano nonché Pocenia (24), è avvicinabile per significato a bél ‘bianco’ o ancor di più a belica ‘argentea’ (25).

 

 

(22) Forme similari sono presenti a Chiusaforte (Ràuni e Ràunis) e nelle Valli del Natisone (Ràune).

 

(23) Il toponimo di Staranzano si presenta dopo la denominazione Palude.

 

(24) La roggia Bellizza scorre in questi territori battezzando, come nel caso di Prât de Belizze, anche i coltivi limitrofi.

 

 

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Riportiamo poi, proveniente da Staranzano in Bisiacaria, un Bistrigna / Bestrigna (26), i cui confronti sono apprezzabili in Slovenia nella zona di Monte del Nevoso (Iliriska Bistrica > Feistriz) e nella vicina Carinzia ancora (Feistriz). Bistrica lo si segnala poi in Serbia, lungo il confine con il Montenegro e in Kosovo (quale rilievo). In Romania, nei Carpazi orientali, esiste anche come idronimo, (Bistrița). Lo sloveno contiene due possibilità, giustificate sotto l’aspetto fonetico, quali bístrica ‘ruscello limpido’ e la forma sostantiva bistrína ‘chiarezza-limpidezza’. In contrapposizione da Pradamano emerge Cernical, un allusivo richiamo alla torbidità, se lo consideriamo come una composizione di ĉrni e kal ‘pozza nera’. L’inalterata pronuncia tramite una grafia a noi più nostrana, o meglio ancora, la mancata reinterpretazione del nome di luogo, denoterebbero la recente età dello stesso. Idronimi / idro-toponimi come Caladizza (a Pasiano di Pordenone), Cladiza (siamo a Ruda e Aquileia) e Cladizza (a Staranzano e a San Canzian) pare si possano tutti sottendere a un primitivo hlád ‘freddo’, da porre in relazione perciò con la bassa temperatura di dette rogge o canali. Si aggiungono per comune appartenenza, ai tre ora citati, ancora due toponimi. Cladigna (a Cesarolo in riva destra del Tagliamento) che tramite il suo suffisso esprime l’awenuto passaggio dalla lingua d’origine al Veneto e al Friulano. Vale lo stesso tipo di radice per la presenza a San Canzian, sempre nella Piana Bisiaca, di una Roggia Jadina (da diverse attestazioni risulta che il corso d’acqua abbia avuto, in passato, la denominazione di Kladigna < Kladinaz < Hladinaz (27). Jadinazo è, invece, l’espressione in forma accrescitivo-maschile. Per questo idronimo si potrebbe pure pensare al vocabolo jádrn ‘flusso-corrente / celere-rapido’ collegabile, pertanto, a specifiche caratteristiche idronimiche (c’è da sottolineare che la giustificazione dà jádrn, sotto l’aspetto della fonetica, va un po’ a disgregarsi contro una sorta di regola toponomastica che ammette, al momento del conio, significati di maggior senso pratico.

 

La descrizione del paesaggio predominato dalla palude, o più genericamente dei terreni ove l’elemento acqua è componente materiale, la si coglie da tipologie quali Blata (28), Mlacha, Mucilla. Con le loro varianti e derivazioni, “fioriscono” in diversi distretti della pianura (i siti di appartenenza dei nomi di luogo sono deducibili dalle figure n. 1 e 2). Blata /-e / -is < blato (sloveno) < boloto (29) (protoslavo) ‘pozza-pozzanghera’ o ‘fanghiglia-pantano’ sono i più vicini alla veste originaria e spiccano in destra Tagliamento.

 

 

(25) Unico confronto disponibile un Belica sito in Russia poco distante dal confine ucraino.

 

(26) La località denomina anche una roggia.

 

(27) S. ZILLI, Uso delle risorse e trasformazione del territorio monfalconese tra XVIII e XX secolo, Atti dell’Università verde - Centro Culturale Pubblico polivalente, Ronchi dei Legionari 1993, p. 61.

 

(28) Blachis e simili, presenti nella toponomastica friulana, sono invece dei longobardismi.

 

(29) Dalla stessa voce si è generato il rumeno bolto. La voce Blata ha delle similitudini come il Lago Balaton e il Mar Baltico, così chiamati per una cattiva limpidezza delle acque. Come ulteriore confronto proponiamo anche un Bláto, presente sull’isola di Korčula in Dalmazia.

 

 

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Solamente due in provincia di Udine si accomunano ai precedenti. Si trovano nell’ordine a Teôr e a Sammardenchia di Pozzuolo (30), il plurale Blatis nonché il composto Blatta delli Crotti. La parte finale di quest’ultima locuzione ‘delle rane’ è rafforzativo per le nostre teorie. A tale punto apriamo una brevissima parentesi per citare il Morava di Codroipo, affine ai nomi sin qui trattati, perché potrebbe essere un risultato di mórje > ‘stagno - pozza d’acqua’ ma, visti i diversi confronti in territorio serbo, non va escluso un collegamento diretto a morava ‘fiume-corso d’acqua (31). Si ampliano le incidenze con alcune microtoponimie altrettanto derivate da bláto, che presentano l’assordimento dell’iniziale - b - in - p -). A Chions c’è Plata / -e, a Fauglis (1464) Plata Longa, con un aggettivo che esprime dimensionalmente il fenomeno. In pianura sono stati altresì individuati Ultra Platiscam (a Bertiolo 1323) e Platisce (sempre nel medesimo luogo e probabilmente lo stesso) entrambi da considerarsi come delle modalità aggettivali risalenti a blatišče ‘fangoso-paludoso’. Menzioniamo la proprietà del suffisso -išče di determinare pure dei collettivi (32). Accrescono le sinonimie che concorrono all’individuazione di passati luoghi analoghi a quelli innanzi descritti, grazie a una compagine che trae le sue origini dallo slavismo mláka. Nel linguaggio letterario riveste i significati di pantano-pozzanghera’; ‘lago’; ‘prato umido’ mentre nella parlata dialettale di Resia è sinonimo di ‘sorgente’. Il Mlacha di Ruda nonché il Mlachuza di Clauiano (1470), quest’ultimo in forma diminutiva, introducono una terna di denominazioni riportanti, dopo l’iniziale, delle addizioni vocaliche tra consonanti (tecnicamente una anaptissi) per probabile difficoltà di pronuncia. Proponiamo invero Milaca (Tapogliano 1639), Malache (a Clauiano 1780) e Melacha (sempre a Clauiano 1736). In Lamblaka (a San Pier d’Isonzo 1306) è constatabile un’agglutinazione. Anche qui complice una difficoltosa dizione che ha portato alla luce, con epentesi, la - b - in mlaka (La Mlaka > Lamlaka > Lamblaka (33). Risulta più elaborato il caso di Almacca (ci troviamo a Talmassons) che dovrebbe contenere un’agglutinazione dell’articolo e una metatesi. Infine per Dalmache (corrisponde ad Almacca) si può notare, in aggiunta a quanto sin qui detto, l’agglutinazione della - d -. La sezione trattata fino a questo momento comprende altresì una decina di voci che si ispirano al modello Mucilla < močidlo (slavo) > močvára (sloveno) ‘palude’.

 

 

(30) La zona non è estranea ad altri slavismi.

 

(31) Esempi di frequenza sono Zapadna Morava, Velika Morava, Binačka Morava e Moravica, tutti fiumi della Serbia.

 

(32) Gli apparentamenti che si ritrovano nelle valli slavofone del Friuli corrispondono a Platischis, a Plataz e a Cepletischis.

 

(33) La buona conservazione della grafia trova giustificazione anche nella vicinanza del confine linguistico sloveno.

 

 

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(Figura n. 1)

 

 

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[[ Elenco dei toponimi

 

N. DENOMINAZIONE LOCALITÀ

1. ALMACCA Talmassons

2. BELLIZZA Talmassons, Flambro, Rivignano, Pocenia

3. BESTRIGNA/BISTRIGNA Staranzano

4. BLATA Pordenone

3. BLATE Zoppola

6. BLATIS Casarsa, Arzene, Zoppola, Teôr

7. BLATTA DELLI CROTTI Sammardenchia di Pozzuolo (1684)

8. BRECHI / BRECCHI Ronchi dei Legionari, San Canzian d’Isonzo

9. BRODACI / BRODICI San Canzian d’isonzo

10. BRODIS Varmo (1515), Flambro (XVIII secolo), San Vidotto (1505), Romans di Varmo, Musdeito (1497), Nogaredo di Corno (1662)

11. CALADIZZA SCOLO PUBBLICO DETTO- Pasiano di Pordenone

12. CERCLIZZA Rivignano

13. CERNICAL Pradamano

14 CLADIGNA Cesarolo

15. CLADIZA Ruda, Aquileia (1346)

16. CLADIZZA ROGGIA- Staranzano, San Canzian d’Isonzo (1346)

17. CRAGNIZZA Ronchis

18. CRAGNO CANALE- Varmo, Rivignano, Teôr

 

19. CRAGNUT Rivignano

20. CRISTINIZZA Rio Capriva

21. DALMACHE Talmassons

22. DRAGA Ruda

24. ISERNICCO Rivignano

25. JADINA ROGGIA- / JADINAZO FL- San Canzian d’Isonzo, Monfalcone

26. JESERNICH Flambruzzo

27. LAMBLAKA San Pier d'Isonzo (1506)

28. LATOC Staranzano

29. LATOCH Ruda

30. MELACHA Clauiano (1736)

31. MILACA BRAID Tapogliano (1639)

32. MILACCA Visco

33. MILACHE/MALACHE Clauiano (1780)

34. MLACHA Ruda (1481), Clauiano (1470)

35. MLACHUZA Clauiano (1470)

36. MOCRIS Fauglis (1464), Ontagnano (1487), Gonars

37. MORAVA Codroipo ]]

 

 

282

 

(Figura n. 2)

 

 

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[[ Elenco dei toponimi

 

N. DENOMINAZIONE LOCALITÀ

1. MUCIUS Teôr

2. MUCILLA Orcenico

3. MUCÌLIAS Porcia

4. MUCILLE / MOCILLE Ronchi dei Legionari

5. MUCILLIS LA DE- Teôr

6. MUSILA Zoppola

7. MUSILLE Udine (1209)

8. MUSSILA Azzano Decimo, Cordenons

9. MUSSILE Fiume Veneto, Zoppola

10. MUZILLA Talmassons

11. MUZZILE Pordenone

12. NATOC Strassoldo

13. NATOCH Villanova del Judrio (1638)

14. NATOCCO ROGGIA- Cervignano

15. PATOC / PATOCCO Gonars (1867), Varmo, Codroipo, Buttrio, Rive d’Arcano, Teôr, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Sevegliano (1781), Cormons

16. PATOCCHIO Codroipo

17. PATOCUTO Varmo

18. PATOK Rivignano

19. PERCOTO Pavia di Udine

20. PLATA Chions

21. PLATA LONGA Fauglis (1464)

22. PLATE Chions

23. PLATISCAM ULTRA- Bertiolo (1323)

24. PLATISCE Bertiolo

25. POTOC Zoppola

26. PRAT DE BELIZZE Talmassons

27. RECCA Spilimbergo

28. RUPE ROGGIA Strassoldo

29. RUPPA ACQUA- Valvasone (XVI secolo)

30. SAVODAINE DI SORE Sedegliano

31. SAVODAJNE DI SOR Sedegliano

32. STUDENS San Pier d'Isonzo (1763)

33. STUDENSI Aquileia

34. STUDENZ / STUDENSI Pieris

35. VELICOGNA Pocenia, Palazzolo, Talmassons

36. VIRCO Bertiolo ]]

 

 

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Si confermano le maggiori presenze del Pordenonese nei riguardi di un paio dell’Udinese e di una sola nel Monfalconese (vedi figura n. 2). In tutti i luoghi questi nomi riportano la chiusura della o > u (l’unica eccezione è apprezzabile a Ronchi dei Legionari ove il toponimo viene pure citato in modo più conservativo> Mocille). Si è potuto constatare, in secondo luogo, una “semplificazione” della dl in l (riscontrabile peraltro anche nello sloveno). Le presenze della - s - in Musila, Musille ecc. e della - z - Muzilla sono attribuibili alle varietà dialettali del friulano. I fenomeni di risorgenza delle acque, ben conosciuti soprattutto al di sotto della Strada Napoleonica, vengono ricordati anche attraverso micro- e toponimie appartenenti allo strato slavo. Apre la sequenza Mocris, attestato nel 1464 a Fauglis e nel 1487 a Ontagnano, il quale riporta una parte radicale correiabile allo sloveno mokr-. Unito ai finali -iti / -eti produce rispettivamente ‘inumidire-bagnare’ nonché ’l'esser umido - stillare’. La Velicogna è una roggia che si sviluppa attraverso i territori di Talmassons, Pocenia e Palazzolo dell Stella. Sembrerebbe di scorgere un’unione fra l’aggettivo veliki e vodnják ‘grande fontana-sorgente’ (34). Per Virco, frazione in comune di Bertiolo, si può sostenere che lo slavismo vir ‘sorgente’ addizionato alla formante diminutiva -ek preciserebbe l’esiguità del fenomeno (a questa logica si potrebbe pure assoggettare il Vrech di Teôr, già citato in precedenza). Studensi e Studens (nell’ordine sono dislocati ad Aquileia, a San Pier d’Isonzo e a Pieris) accrescono le presenze riferite allo scaturire delle acque, studênec ‘sorgente-fonte’. I confronti di eguale misura si apprezzano, in tutt’altro ambiente, a Pontebba (Studena Alta e Bassa).

 

Brodis/Brodiz e simili compaiono in una decina di località (vedi figura n. 1) concentrate in ambito Tagliamento-Stella (solamente un paio di toponimi interessano la sinistra Isonzo (ci troviamo a San Canzian d’Isonzo e a Ronchi dei Legionari). Pure per questo gruppetto vi è più d’una possibilità di accostamento. Si ritiene che la partenza possa essere bród (35) ‘guado’ o il vicinissimo brôdec ‘luogo poco profondo’ (36). La messa in campo di brodišče giustificherebbe il valore di ‘luogo d’approdo-traghetto’. Vale la pena di segnalare anche una concorrenza antroponimica, da brodár ‘barcaiolo’ divenuto poi il patronimico Brodič, secondo una modalità nota in tutta la regione (37).

 

 

(34) Nelle città di Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone Velicogna è un cognome.

 

(35) In campo internazionale vi sono confronti come Slavonski Brod, al confine tra Croazia e Bosnia, Brod in Macedonia, Brodarevo in Serbia e Brodica in Polonia.

 

(36) Per quanto si è a conoscenza la Roggia Brodiz di Ariis, presso Rivignano, ha delle sezioni e delle portate idrauliche tali da giustificare ampiamente bród - brôdec.

 

(37) Macorig < Macorìč, Colaussič, Marussič sono alcuni esempi di un’ampia casistica.

 

 

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Le sponde o gli argini dei corsi d’acqua vengono portati in evidenza nel caso di Brechi / Brecchi (siamo a San Canzian - Ronchi) essendo tali termini associabili a brég ‘riva-sponda-argine’.

 

Particolarità lungo i corsi d’acqua si evincono pure da ulteriori nomenclature. Basta portare in campo Percoto (38), a Pavia di Udine, < prehòd ‘passaggio’ (i regimi torrentizi del torrente Torre darebbero forza al significato di attraversamento-guado’). Appartengono al territorio di Sedegliano, in riva al ragliamento, un Savodaine Di Sore e Di Sot, giustificabili come retaggi di sovodnje - sovódenj ‘confluenza-confluire’, riferibili teoricamente a dei corsi d’acqua. Ma la presente considerazione deve fare i conti con delle implicazioni risalenti al sistema viario romano che chiamano all’attenzione, quindi, “confluenze” di strade (39). Acqua Ruppa (Valvasone XVI secolo) e Roggia Rupe (Strassoldo) identificano, lungo i loro alvei, fondali degni di nota, essendo il binomio riconducibile a rúpa ‘buca’.

 

Come si è già avuto modo di accennare in apertura, il compito materiale di rivitalizzare le zone deserte della pianura fu dato a delle colonie di Slavi. Introdotti dai patriarchi in terra friulana, provenivano dai loro originari siti montani della Carantània e della Carnìola. Sopravvivenze di quest’ultima area geografica si scorgono in idonimie della fattezza di Cragno, Cragnut e Gragnizza (ci troviamo a Rivignano, Teôr, Varmo e Ronchis). Non mancano pure gli agionimi che vengono alla luce dal territorio di Capriva, tal Friùl di soreli ievât, dove scorre un Rivo Cristinizza < Krst ‘battesimo’ (40).

 

In uno scenario ricco di acque ci sono anche le terminologie di forma generica. Tali modelli si incontrano in Patoc < pôtok ‘rivolo-torrentello’ (scritto in più maniere e situato in altrettanti luoghi). La presenza di Zòppola, Potoc, è molto vicina alla veste slava, e si abbina con i riscontri delle Valli slavofone della regione. Altri esempi sono rappresentati da Recca (Spilimbergo) < réka ‘fiume’ e da Isernicco / Jesernich (Rivignano) < jézero ‘lago’.

 

 

(38) Il nostro toponimo si accomuna ad altre forme, riscontrabili nelle Valli del Natisone, quali Percot e Precot.

 

(39) Il corso del Tagliamento era fiancheggiato da due strade partenti da Concordia Sagittaria. In destra una di esse saliva per Àrzene, Provesàno, Tauriàno e Pinzano. Da qui raggiungeva Ad Silanos (Gemona) e poi il Norico. In sinistra orografica si snodava una seconda via, con minore aderenza dall’alveo del fiume, che giungeva da Concordia a Codroipo, passando per Sedegliano, Coderno, Flaibano, Rive d’Arcano, S. Daniele del Friuli e, infine, Gemona. A nord del territorio di Sedegliano, al confine con il comune di Dignano, è stata riconosciuta una strada (della lunghezza di circa 4 km) orientata secondo la disposizione dei decumani della centuriazione di Aquileia. Non vada dimenticato, in ultimo, che all’altezza di Codroipo (Quadruvium) passava anche la consolare Postumia.

 

(40) In via ipotetica si potrebbe anche ricondurre il toponimo ai primi rituali del battesimo, impartito per immersione.

 

 

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Si compie l’elenco di dette presenze in pianura, concinque idrotoponimi. Latoc, proveniente da Staranzano, e Latoch, che giunge da Ruda, sembrerebbero rispondere a una agglutinazione di la + ôtok ‘l’isola’. I restanti tre sono Natoc (Strassoldo) Natoch (Villanova del Judrio) e Natocco (Roggia di Cervignano). Per significato essi sono molto vicini al binomio di inizio in quanto na + ôtok assume un valore di ‘presso l’isola’.

 

Mauro Buligatto

 

 

    NOTA BENE

 

    Per la bibliografìa si faccia riferimento a quella contenuta nel contributo di cui alla nota n. 1 del presente testo.

 

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